Storia

Il primo atto formale riferibile a Systema Ambiente porta la data del 7 novembre 1980, quando venne costituita la “Calcestruzzi Srl Sardegna”, che successivamente si insediò a Brescia quale holding di un Gruppo industriale comprendente diverse società operanti nel settore ambientale per prendere poi l’attuale denominazione. L’odierno assetto, che ha riunito tutte le società del “Gruppo Systema”, viene invece assunto a partire dal Dicembre 2005, allorché le varie controllate si fusero per dare vita al nuovo progetto imprenditoriale nella gestione dei rifiuti urbani e speciali, sia pericolosi che non pericolosi.

I percorsi delle quattro Unità Operative in cui oggi è articolata la società sono stati molto diversi tra loro, a riflesso delle specificità delle attività da ciascuna svolte.

L’esperienza di Bagnolo Mella, presso il cui sito ha operato sino al 1982 una fornace per la produzione dei laterizi, rappresenta la prima antesignana attività di recupero che vi fu avviata nel 1983 e che consisteva nella rigenerazione delle sabbie di formatura delle fonderie per mezzo di un prototipo di impianto, che implementava un processo di calcificazione.

Questa attività sperimentale fu portata avanti con alterne vicende sino al 1993 da quella che a quel punto era divenuta la Eco-pol (società che deve il suo nome alla località ove si era insediata). La ristrutturazione impiantistica che subì, la portò a trattare fanghi sia di natura biologica sia agro-industriale, e dal 1995 – grazie ad un’ulteriore riconversione – si orientò più verso il trattamento di sfalci e rifiuti “verdi”, sempre insieme a fanghi ma con esclusione di quelli di natura industriale.

Nel 2001 l’impianto ha assunto la fisionomia con cui è arrivato all’attuale revamping, avviando il trattamento dei rifiuti urbani del Comune di Bagnolo Mella (che lo ospita) e di diverse altre amministrazioni delle Province di Brescia, Cremona e Mantova.

La piattaforma di Brescia nasce nel 1977 ad opera di un imprenditore locale, e solo alcuni anni dopo viene acquisita dal “Gruppo Systema”. Tale impianto ha rappresentato da subito un punto di riferimento per il fitto tessuto produttivo e manifatturiero della provincia, in particolare per tutte le attività del comparto della lavorazione e produzione di metalli ed acciai, nonché – nell’ambito dei rifiuti civili – per il trattamento dei liquami da spurghi di pozzi neri, all’epoca densamente diffusi sul territorio per la mancanza di una rete fognaria capillare e strutturata.

Sin dagli inizi l’impianto ha avuto la capacità di accettare conferimenti di reflui liquidi e fanghi palabili, sia a prevalente contenuto organico biodegradabile, sia di natura industriale (composti di cromo, di cianuro, acque acide e basiche o emulsioni oleose) provenienti principalmente dal comparto meccanico galvanico e di trattamento dei metalli; i processi di trattamento implementati comprendevano trattamenti chimico-fisici di riduzione, neutralizzazione, precipitazione e filtrazione.

Il mix dei servizi di trattamento offerti è andato col tempo a modificarsi, adeguandosi anche alle mutazioni del sistema manifatturiero e produttivo, in particolare della filiera della lavorazione dei metalli, che dalla fine degli anni Novanta diede un forte impulso al recupero di risorse dai materiali di scarto (polveri comprese), diminuendo la produzione di rifiuti; dall’altro lato, l’evoluzione della normativa ambientale e nascita di diverse opportunità di mercato: con la nascita e lo sviluppo di un sistema di impianti di termovalorizzazione in tutto il Nord Italia, ed in particolare in Lombardia, avvenuta dalla seconda metà degli anni Novanta, la Piattaforma si è orientata verso i servizi di inertizzazione delle ceneri leggere (le cosiddette “fly ashes”) risultanti dai processi di combustione delle frazioni dei rifiuti urbani sottoposte a detti trattamenti, per i quali Systema Ambiente è attualmente uno dei principali fornitori.

L’impianto di smaltimento di Inzago vede la luce nel 1997 su una cava esaurita nella zona di Cascina Redenta, ove il Consorzio “Milano Pulita” trovò un provvidenziale sbocco durante la crisi acuta vissuta in quegli anni dal capoluogo regionale, che allora pativa un grave deficit impiantistico che non consentiva di fare fronte al fabbisogno di smaltimento dei rifiuti urbani.

La discarica di 2° categoria, classe B (secondo la vecchia classificazione) è passata sotto il controllo di Systema Ambiente nel 2000, e con tale classificazione è rimasta in esercizio sino al 2003, accogliendo i rifiuti assimilabili agli urbani del hinterland milanese.

Il sito è stato via via riconvertito e migliorato, grazie alla messa in esercizio nel 2001 dell’impianto di recupero del biogas, ed ancora di più a seguito del cambiamento della tipologia dei rifiuti in ingresso (l’attuale autorizzazione è per rifiuti speciali non pericolosi), dovuta anche alle diverse disposizioni di legge. La fine dell’emergenza rifiuti a Milano, l’esaurimento del vecchio lotto e l’evoluzione della normativa ambientale sono state tutte opportunità colte da Systema Ambiente per imprimere a partire dalla fine del 2007 una forte svolta gestionale all’impianto, investendo importanti risorse per realizzare anche un impianto fotovoltaico di capacità complessiva di 600 kWh (200 dei quali ad esclusivo beneficio del Comune di Inzago) e per dare al complesso industriale un sistema gestionale così rigoroso sotto il profilo del rispetto dell’ambiente, da farne un luogo capace di ospitare manifestazioni sportive a cui hanno partecipato negli anni oltre 14.000 cittadini della zona Martesana.

Il progetto di creazione dell’impianto di smaltimento di Montichiari muove i primi passi nell’anno 1994, anche in questo caso per riutilizzare una cava esaurita, ubicata in un’area del Comune già degradata da un’importante presenza di attività estrattive. Il management dell’allora Vals.eco S.r.l. decise di sfruttare l’esperienza e le competenze sviluppate in precedenti analoghe iniziative sullo stesso territorio, avviando le basi per la realizzazione di una discarica destinata ai rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi classificati tossici e nocivi secondo le previsioni allora vigenti della Deliberazione del Comitato Interministeriale del 27 luglio 1984.

Dopo circa 3 anni di iter istruttorio, venne avviata la realizzazione, e la discarica - ultimata nel 1998 – divenne operativa per i conferimenti. L’impianto è stato sin da subito dotato di rigidi protocolli di accettabilità dei rifiuti, inquadrati in sistemi di gestione ispirati agli standard internazionali più rigorosi, il tutto per garantire le popolazioni circostanti sulla sua sicurezza e rispetto dell’ambiente.

L’Unità Operativa di Montichiari può a ragione vantarsi di aver avuto il ruolo di apripista a livello nazionale nel settore dello smaltimento dei rifiuti per quanto attiene l’adozione volontaria di un sistema gestionale conforme alle previsioni della norma UNI EN ISO 14001, ed ancor di più per l’EMAS (acronimo che sta per “Eco-management and audit scheme” - Schema di eco-gestione ed audit), ossia il sistema comunitario al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni che intendono dotarsi di uno strumento per una sistematica e periodica valutazione dell’eco-efficienza delle proprie attività, obiettivo raggiunto tra i primi in Italia in assoluto sin dal 2004.

A conclusione di questo excursus storico, visto che il 75% delle Unità Operative può vantare la certificazione EMAS, vale la pena soffermarsi sullo sforzo compiuto dalla società per raggiungere questo ambito riconoscimento.

Il Regolamento EMAS, infatti, può allo stato essere considerato il più “ambizioso” progetto di certificazione sotto il profilo della cura dell’ambiente cui possa sottoporsi un’organizzazione, giacchè impone – tra le altre prescrizioni – l’impegno al miglioramento delle prestazioni ambientali anche sulla base di programmi ambientali locali, regionali e nazionali, e soprattutto il dialogo aperto con il pubblico e i soggetti interessati, comprese le comunità locali, con l’obiettivo di migliorare sempre di più l’impatto ambientale dell’attività.

Le organizzazioni che volontariamente decidono di conformarsi al Regolamento EMAS, quindi, sostengono una mobilitazione di risorse e di capacità notevoli, a fronte della quale si consegue un maggior controllo dei processi e delle operazioni che hanno un impatto sull’ambiente, una garanzia autorevole della conformità di questi processi ed operazioni con le politiche ambientali concepite ed adottate, il tutto valorizzato dalla possibilità di utilizzo del logo dell’EMAS (pur nei limiti previsti dall’Articolo 10 del Regolamento (CE) n. 1221/2009) che rende immediatamente percepibili tutti gli sforzi compiuti ed i risultati ottenuti sul fronte della protezione dell’ambiente.

Systema Ambiente SpA

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